Palazzo Sassi
Ultima modifica 18 maggio 2024
Le prime testimonianze documentali del Palazzo risalgono a fine Seicento quando risulta la vendita del nucleo originario del complesso da parte della famiglia Gatto alla famiglia dei Sala, orginaria di Lugano e poi trasferitasi a Milano. L'acquisto avvenene il 15 aprile 1690 da parte di Enrico Francesco Sala e riguardava una Casa da Nobile con annessa casa da massaro I Sala acquisirono successivamente altre proprietà circostanti quali la casa del Principe don Livio Odescalchi, nipote di papa Innocenzo XI, e nel corso dei secoli il complesso venne apliato con l'edificazione di edifici quali quelli antistanti alla Chiesa, all'epoca non presenti. Il palazzo divenne così una residenza di villeggiatura, nello stile delle ville di delizia delle famiglie nobiliari. Lo stile architettonico presenta elementi del barocco lombardo e elementi tipici del palazzi dell'epoca quali la presenza di un cortile d'onore con porticati affiancati da una parte di servizio e rurale con corti rustiche. Nel 1750 i Sala eressero l'attuale Chiesa parrochiale di Casanova dedicata a San Biagio dove era presente la cappella di famiglia. Il 30 aprile 1844 il complesso del Palazzo venne acquistato dalla famiglia Talacchini e in seguito il complesso subì una serie di divisioni e passaggi di proprietà. In un aneddoto riportato da Ettore Ghielmetti si cita il palazzo Talacchini. Il 2 giugno 1859, giorno del Corpus Domin, durante il passaggio dei Cacciatori delle Alpi da Casanova un graduato entrò nel giardino e poi nel salone grande palazzo Talacchini sparando un colpo a una parete. Non si riporta il motivo di tale gesto ma la famiglia Talacchini era conservatrice, poco favorevole a Vittorio Emanuele II, a Garibaldi e ai garibaldini. Nel corso del Novecento una parte del complesso tra cui la Casa di Villeggiatura venne acquistato in più fasi dalla famiglia Sassi. In uno degli appartamenti del complesso del Palazzo ha abitato il prof. Romeo Boldori (1861-1942), precettore dei figli del noto pittore Segantini. Il prof. Boldori quando chiese all'ing. Sassi riguardo l'appartamento si informò sulla lunghezza della parete del salone per potervi collocare la sua notevole biblioteca. Dopo la pensione si dedicava all'orto e al giardinaggio, in particolare alle rose, e dava lezioni ad alcuni studenti.La parte rustica del complesso destinata in parte a case d'affitto e una che si affaccia sulla piazza della Chiesa fu venduta nel 1970 al Comune che la utilizzò per alloggi di edilizia residenziale pubblica. Nel 2020 il Palazzo cessò di essere di proprietà della famiglia Sassi per vendita a nuovi proprietari.
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